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Tag: cinema

È possibile fare vero cinema senza soldi? – con Federico Greco e Poccia Bros

In questo panel di Fest8lina, il nostro Federico Greco e i Poccia Bros ci parlano di come fare cinema senza soldi: è possibile? Come? E in che termini? Il cinema come momento democratico di sviluppo e incontro della coscienza estetica, ma anche di gesti politici e dibattito pubblico democratico; il cinema come arte, ma anche momento impegnato di riflessione. Buona visione!

¡Desaparecinema! ep. 8 – Alien Cirus: come un napoletano fece il pacco a Hollywood.

Il 14 agosto uscirà in Italia il nuovo capitolo del franchise di Alien: Alien Romulus. È un midquel, cioè un sequel che però è ambientato durante il tempo del film originale, oppure un interquel, cioè ambientato tra il primo Alien e il secondo (cioè il primo sequel, cioè Aliens- Scontro finale)? Non l’ho capito, ma chissenefrega. In ogni caso, sulla carta e dal trailer si prospetta una bomba, anche perché – finalmente – la saga si riappropria di due elementi fondamentali che resero il primo Alien un capolavoro assoluto. Come? Gli effetti speciali di make up non digitali e l’uso attento del sonoro; cioè si riappropria del cinema con la C maiuscola, di salvare il cinema.

¡ Desaparecinema ! (ep. 5) – Roger Corman: l’iconoclasta che faceva le scarpe al cinema hollywoodiano

Il 9 maggio scorso è scomparso all’età di 98 anni Roger Corman, uno degli artefici della New Hollywood, cioè – in sintesi – il periodo tra gli anni ’60 e ’70 in cui alcuni registi e produttori dicevano “Fanculo le major! Facciamoci i film da soli. Un budget piccolo dà maggiore libertà di uno grosso”. Che poi è quello che pensava anche Kubrik e che gli ha permesso di diventare l’autore più indipendente – e, quindi, cazzuto – della storia del cinema. Infatti Corman ha insegnato agli altri registi ad apprezzare la libertà che deriva dal basso budget , l’intraprendenza legata alla mancanza di risorse.

Quest’estate torna FEST8LINA, la festa del 99%, dal 4 al 7 luglio al circolo ARCI di Putignano a Pisa: quattro giornate di dibattiti e di convivialità con i volti noti di Ottolina Tv. Facciamo insieme la riscossa multipopolare! Per aiutarci ad organizzarla al meglio, facci sapere quanti giorni parteciperai
e le tue esigenze di alloggio compilando il form e, se vuoi aiutarci ulteriormente, partecipa come volontario.

Fest8lina, perché la controinformazione è una festa!

­¡ Desaparecinema ! (ep. 1) – George Lucas ha anticipato il cinema reaganiano e oggi si becca la Palma d’Oro a Cannes

Ottoliner, quanti format volete? Sì! E quindi inauguriamo il format sul cinema ¡ Desaparecinema ! i film che non avete mai visto e quello che non avete visto nei film in collaborazione con il regista Federico Greco, autore, tra gli altri, di Piigs e C’era una volta in Italia. Per l’occasione, Federico analizza il cinema reganiano e il suo precursore George Lucas fresco di premiazione della Palma d’Oro a Cannes. Buona visione.

Quest’estate torna FEST8LINA, la festa del 99%, dal 4 al 7 luglio al circolo ARCI di Putignano a Pisa: quattro giornate di dibattiti e di convivialità con i volti noti di Ottolina Tv. Facciamo insieme la riscossa multipopolare! Per aiutarci ad organizzarla al meglio, facci sapere quanti giorni parteciperai
e le tue esigenze di alloggio compilando il form e, se vuoi aiutarci ulteriormente, partecipa come volontario.

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Le mani sulla città – Roma e PD: caso Filmstudio

Oggi il nostro Gabriele intervista Stefano Pierpaoli per parlare del caso Filmstudio, il primo club di cinema italiano. Il Filmstudio nacque nel 1967 e da subito diventò un punto di riferimento per la cultura cinematografica e teatrale del nostro paese, ospitando anche artisti ed esponenti della cultura internazionale. Negli ultimi anni, il Filmstudio ha perso la sua sede storica dopo una serie di vicissitudini ben esposte nel video.

Per ulteriori informazioni: https://www.romafilmstudio.it/

#Roma #Filmstudio #PD #cinema

Pink is the new black? Il femminismo dell’industria cinematografica

“And here are all the male nominees” annunciò Natalie Portman con un sorriso tirato alla cerimonia dei Golden Globes del 2018. Questa battuta, che ha fatto il giro dei social network, è la testimonianza di una nuova ventata che soffia da qualche tempo sul mondo del cinema. Sempre nel 2018, 82 donne hanno sfilato sui gradini di Cannes per protestare contro una rassegna cinematografica ancora troppo maschile. Le donne stanno rivendicando la loro presenza nell’industria audiovisiva: mentre le donne rappresentavano solo il 4% della regia e il 28% del professionismo del cinema in tutte le posizioni lavorative del settore nei primi 100 film statunitensi nel 2016, c’è stato un netto aumento della loro rappresentazione dopo il 2017; nel 2020 hanno occupato il 34% delle posizioni chiave dietro la macchina da presa e hanno rappresentato il 16% della regia nei primi 100 film statunitensi dell’anno.
Ad essere cambiati sono anche  i contenuti dei film: i racconti di donne realizzati da donne e per le donne hanno ricevuto un nuovo slancio e queste storie hanno scombussolato un mondo narrativo dominato da limitati archetipi femminili. Per esempio Netflix, che si vanta di promuovere contenuti inclusivi e di essere il campione non ufficiale della diversità: il successo di Le terrificanti avventure di Sabrina, Glow e il suo sguardo sul wrestling femminile o, più recentemente, I Am Not Okay With This, La Regina degli Scacchi o Emily In Paris. Non da meno è stato il 2023 che ha visto l’uscita di pellicole di grande successo che hanno riproposto riletture più o meno pop dell’immagine della donna e del suo ruolo:  Barbie del 2023 diretto da Greta Gerwig; Povere creature, sempre del 2023, diretto da Yorgos Lanthimose , C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Insieme alla professoressa Anna Cavaliere, che avevamo già conosciuto a settembre in occasione della discussione sull’ultimo libro di Nancy Fraser Capitalismo cannibale, oggi proviamo a capire qual è l’immagine della donna che ci ha  proposto la grande produzione cinematografica nell’ultimo anno: emancipazione della donna o appiattimento a nuove identità precostituite che ci dicono ben poco dell’emergenza della condizione femminile?