Alla fine anche l’ultimo tassello è caduto, almeno per ora: l’amministrazione Trump ha dovuto accettare la ritirata dall’ultimo fronte della guerra commerciale, dichiarata unilateralmente il 2 aprile scorso, che era rimasto ancora in piedi. Il grosso delle tariffe che rimanevano in piedi nei confronti della Cina, dopo le numerose esenzioni delle ultime settimane, sono state sospese per 90 giorni, ma è solo l’inizio: “Finché ci sarà impegno in buona fede, impegno e dialogo costruttivo, continueremo ad andare avanti” ha affermato infatti lo stesso Bessent. Il bello è che in cambio non hanno ottenuto una seganiente: solo la sospensione delle misure che la Cina aveva introdotto esclusivamente come reazione alle dichiarazioni di guerra che arrivavano da Washington. Insomma: tanto rumore per niente. La rivoluzione trumpiana che avrebbe dovuto permettere di Make America Great Again, al momento si è rivelata una messa in scena di un circolo di clown, del tutto incapaci di gestire l’inesorabile declino relativo del centro dell’impero. Ne parliamo con il nostro Francesco Maringiò e con Michele Geraci (economista, sottosegretario al Ministero dello sviluppo economico nel Governo Conte I e protagonista delle trattative per l’adesione dell’Italia al memorandum sulla Via della Seta).