Imprenditori, economisti e politici da tutto il mondo si sono riuniti a Boao, una città costiera nella provincia meridionale cinese di Hainan, per la conferenza annuale del Boao Forum for Asia 2025, anche conosciuto come la Davos asiatica. L’evento rappresenta ogni anno un’importante occasione per discutere delle sfide economiche, politiche e ambientali che l’Asia si trova ad affrontare in un contesto globale in rapida evoluzione. In particolare, il forum di quest’anno (che durerà fino a domani) si concentra su un concetto chiave del pensiero di Xi Jinping: un futuro condiviso tra le nazioni, basato su cooperazione, sostenibilità e innovazione.
Il tema centrale del forum, Verso un futuro condiviso, richiama l’attenzione sulla crescente interconnessione tra i Paesi asiatici e sulla necessità di affrontare insieme le grandi sfide globali, come il cambiamento climatico, la sicurezza energetica, la stabilità regionale e la crescita economica. Secondo il South China Morning Post, uno degli aspetti più rilevanti emersi dal forum è stata la proposta di intensificare gli scambi commerciali e tecnologici tra le nazioni asiatiche, con l’obiettivo di costruire una rete di cooperazione capace di favorire lo sviluppo sostenibile. Le parole del Ministro degli Esteri Wang Yi, riportate anche da Xinhua, sono state chiare: “L’Asia ha la responsabilità di guidare il mondo verso un futuro più prospero, sostenibile e pacifico. Solo attraverso il dialogo e l’integrazione possiamo superare le sfide globali”.
Un altro punto cruciale discusso durante il forum è stato quello della sicurezza regionale: in un periodo di crescente tensione internazionale, molti partecipanti hanno sottolineato la necessità di una strategia comune per garantire la stabilità in Asia attraverso la diplomazia e il rafforzamento delle istituzioni regionali. Il forum ha anche analizzato la crescente influenza dell’Asia nel panorama globale, grazie soprattutto alla sua rapida crescita economica: come sottolineato da Xinhua, l’Asia rappresenta oggi il 60% della popolazione mondiale e una percentuale sempre maggiore del PIL globale. Concludendo, il forum ha riaffermato la convinzione che, con la giusta leadership, l’Asia possa essere un motore fondamentale dell’economia globale nei decenni a venire.
È facile da intuire che il forum rappresenta un vero e proprio incubo per la leadership statunitense e per la sua strategia nell’area. The Guardian scrive: “La sicurezza e la stabilità regionali sono certamente rassicuranti, ma alcuni esperti temono che queste parole nascondano un piano per ridurre l’influenza militare e diplomatica di Paesi come gli Stati Uniti e il Giappone in Asia. La Cina, con la sua crescente forza economica e militare, sembra determinata a stabilire nuove regole per la sicurezza nel continente, con implicazioni che potrebbero destabilizzare gli equilibri di potere”. Insomma: no a un’autorganizzazione delle nazioni asiatiche, perché pace e libero mercato sembrano essere accettabili solo se il tavolo è apparecchiato su una tovaglia a stelle e strisce.