L’Ucraina ha lanciato l’attacco aereo più pesante di sempre contro il territorio della Federazione russa a poche ore dall’incontro tra le delegazioni ucraine e statunitensi a Gedda, in Arabia Saudita: al tavolo, il capo dell’ufficio politico di Zelensky, Andriy Ermak, considerato l’eminenza grigia di Bankova, proporrà un cessate il fuoco parziale per fermare attacchi aerei e operazioni navali, mentre a Mosca si contano i danni, i morti e i feriti della distruzione lasciata dall’imponente sciame di droni lanciato da Kiev contro obiettivi civili. Secondo quanto riportato, il bilancio sarebbe di tre morti e venti persone ferite, fra cui tre bambini. Il ministero della Difesa russo parla di 337 droni abbattuti durante la notte su diverse regioni: le più colpite Mosca, con 91 droni, e Kursk, con 126 droni; attaccate anche le regioni di Bryansk, Voronesh, Kaluga, Belgord, Ryazan, Lipetsk, Orlovskaya e Nizhny Novgorod. L’attacco è durato tutta la notte, fino alle prime ore del mattino. Secondo le autorità locali, le aree più colpite sono state le città di Ramenskoye, Vidnoye, il villaggio di Vysoky Bereg e alcune aree residenziali di Mosca: la caduta dei frammenti di droni intercettati dalla contraerea ha provocato danni a case e ai piani alti dei palazzi, sfondando i tetti e infrangendo facciate e infissi. Più di venti auto sono andate a fuoco in un parcheggio a Domodedovo, vicino Mosca, a causa di un incendio provocato dai droni: è lì che due uomini hanno perso la vita mentre lavoravano come guardiani notturni; un’altra persona è morta in ospedale a causa delle ferite riportate.
In base alle località colpite si può ipotizzare che l’obiettivo degli attacchi fossero gli aeroporti civili: sono state applicate restrizioni agli aeroporti di Sheremetyevo, Domodedovo, Vnukovo e Zhukovsky a Mosca e Nizhny Novgorod e Yaroslavl, riporta Rosaviatsia; fermato anche il traffico ferroviario verso la stazione di Domodedovo. Alcune delegazioni dell’OSCE si sono recati sui posti interessati dalla caduta dei frammenti di droni.