Putin è ricattato dagli oligarchi russi, i quali vogliono la fine immediata delle sanzioni e la pace con l’Occidente per tornare a fare profitti miliardari nelle borse finanziarie a stelle e strisce. Secondo alcune ricostruzioni, dietro l’apparente sicurezza di Putin, il governo russo sarebbe preda di una feroce lotta intestina: da una parte alcune élite economiche del Paese che, per tornare a fare affari con il capitalismo occidentale, stanno spingendo per i negoziati e per la pace in Ucraina; dall’altra gli oltranzisti, che considerano la vittoria sul campo indispensabile per impedire all’Occidente di minacciare nuovamente la sicurezza nazionale, disamare l’Ucraina e riportare Kiev sotto il controllo di un governo amico.
Oligarchi pro tregua e lobby della guerra: lo zar paralizzato dalle lotte intestine titola oggi II Giornanale un’articolo di Gian Micalessin, non nuovo a ipotesi di questo tipo. Non solo, perché da questa lotta intestina dipenderebbe anche il collocamento strategico della Russia nella nuova guerra fredda: con la Cina o con Stati Uniti? Ma sarà proprio così?
Parleremo anche delle timide iniziative di condanna e boicottaggio della Ue contro Israele e dell’Asse Roma-Berlino che (per l’ennesima volta) si rifiuta di condannare lo sterminio di Gaza e, come 80 anni fa, decide di essere attore protagonista di un genocidio.