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Starbase City, nasce in Texas la città di Elon Musk

I dipendenti di SpaceX hanno votato per trasformare la base di lancio texana Starbase in una città: Musk potrà farsi le sue leggi, riscuotere le tasse e aggirare i controlli federali sulle attività dell’azienda

OttolinaTV by OttolinaTV
05/05/2025
in Articoli, Scienza e Tech, U.S.A.
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La base di lancio Starbase di SpaceX diventa una città
Foto: Alexander Hatley / Creative Commons

di Alessandra Caraffa

Starbase, Texas, è ufficialmente una città. La base di lancio ai confini col Messico di proprietà di SpaceX, quella in cui avvengono i test dell’enorme Starship, potrà riscuotere le tasse e farsi le sue leggi. Così hanno deciso i 283 elettori, quasi tutti dipendenti di SpaceX, chiamati a votare lo scorso 3 maggio: 212 voti favorevoli, soltanto 6 contrari, secondo le cronache delle operazioni di voto. Starbase, che copre un’area di circa 4 chilometri quadrati, sarà abitata essenzialmente da dipendenti di SpaceX e sarà amministrata da un sindaco e da due commissari che avranno un mandato di due anni, come prevede la legge texana sulle municipalità di tipo C. Il primo sindaco di Starbase è il 36enne Bobby Peden, ingegnere che lavora per SpaceX da 12 anni, e sarà assistito da altri due dipendenti dell’azienda: Jenna Petrzelka e Jordan Buss.

Elon Musk, che a Starbase ha fatto erigere una statua di se stesso alta quasi tre metri, ha subito espresso la sua gioia su X ricordando che “Starbase è iniziata con una pala”. Ma non è andata proprio così. Quella che oggi si chiama Starbase, fino a poco tempo fa si chiamava Boca Chica. Era un piccolo villaggio costiero sorto negli anni Sessanta per accomodare i migranti di origine polacca, e che all’inizio del Duemila era popolato da poche decine di persone. Nel 2014, Musk scelse quest’area come base operativa per il suo progetto più ambizioso, quella Starship che attualmente è il più grande e potente veicolo spaziale del mondo. SpaceX aveva iniziato ad acquistare terreni in zona già qualche anno prima, facendo leva su delle per niente velate minacce di esproprio, denunciate già a suo tempo dagli abitanti del posto. Il vero piano di espansione è iniziato soltanto nel 2018. In quell’anno, Musk dichiarò candidamente: “Abbiamo un sacco di terra senza nessuno intorno, quindi se Starship esplode, non c’è problema”. Questo è stato l’atteggiamento sin dall’inizio, e a questo la popolazione locale si è sempre opposta con tutte le sue forze. Nel giro di pochi anni, però, gli abitanti di Boca Chica sono stati quasi interamente sostituiti dai dipendenti di SpaceX e dalle loro famiglie.

Le preoccupazioni dei pochi che hanno scelto di restare a nord della foce del Rio Grande sono diverse: innanzitutto, come ha spiegato Bekah Hinojosa del South Texas Environmental Justice Network, i dirigenti di SpaceX “tenterebbero altre discariche illegali, aumenterebbero le loro pericolose operazioni missilistiche e causerebbero più attività sismica, facendo tremare le nostre case e distruggendo l’habitat della fauna selvatica nella regione”. Quella che a Musk è sempre sembrata un’area sacrificabile per i suoi affari, infatti, si trova all’interno del Lower Rio Grande Valley National Wildlife Refuge, una riserva gestita dal Governo Federale, ed è un habitat critico per gli uccelli costieri e diverse specie protette dalla legge statunitense. Le comunità, inoltre, temono che SpaceX possa impedire loro l’accesso alla spiaggia di Boca Chica, di cui l’azienda aveva già da tempo chiesto il controllo esclusivo. La scorsa settimana, la commissione Affari statali della Camera del Texas ha votato contro la proposta di legge fortemente sostenuta dall’azienda di Musk.

Il voto dell’altroieri, però, rischia di neutralizzare l’impegno delle associazioni: Starbase potrà legiferare in autonomia, realizzando l’incubo tecnocratico di una città governata sulla base esclusiva degli interessi di Elon Musk, che ha già ampiamente dimostrato di non avere alcun rispetto né per l’ambiente né per la vita delle comunità delle città limitrofe. L’enorme busto di Musk eretto a Starbase è stato vandalizzato meno di un mese fa. Poco prima era toccato a un grande murale dedicato al patron di SpaceX a Brownsville, il centro urbano più vicino alla base di lancio texana. Col voto di sabato, però, Musk è diventato ufficialmente il signore della sua città. Dei suoi abitanti, del suo mare, delle sue specie protette e delle sue colline (che per i Carrizo Comecrudo sono considerate sacre), destinati ad essere sacrificati sull’altare di un sogno marziano attualmente fatto di strade chiuse, esplosioni ed enormi rottami infuocati che cadono dal cielo.

Tags: boca chicaelon musknewsspaceXstarbasetexas
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