Il presidente russo Vladimir Putin ha ringraziato il presidente Kim Jong Un, tutta la leadership e il popolo nordcoreano ed ha reso omaggio ai soldati che hanno combattuto nella regione di Kursk “spalla a spalla con i soldati russi”: “Hanno difeso la nostra patria come se fosse la loro” ha precisato, rimarcando che la partecipazione alle operazioni difensive in territorio russo è avvenuta nel rispetto del diritto internazionale e in conformità con l’articolo 4 del trattato di partenariato strategico globale tra la Federazione Russa e la Repubblica Popolare Democratica di Corea, che prevede prevede l’assistenza militare immediata in caso di attacco armato contro una delle Parti contraenti; “Il popolo russo non dimenticherà mai l’impresa dei soldati delle forze speciali coreane. Onoreremo sempre gli eroi coreani che hanno dato la vita per la Russia, per la nostra comune libertà, su un piano di parità con i loro fratelli d’armi russi” ha aggiunto Putin in una nota ufficiale.
Secondo il Cremlino la partecipazione dell’esercito della RPDC all’operazione per la liberazione della regione di Kursk ha dimostrato l’efficacia dell’accordo tra i due Paesi; la Russia, dal canto suo, fornirà assistenza, se necessario, al suo alleato in conformità con l’accordo tra i due Paesi. Kim Jong-un ha definito la partecipazione dei soldati della RPDC alle battaglie nella regione di Kursk una “missione sacra”: a Pyongyang sarà eretto un monumento ai soldati nordcoreani che hanno combattuto in Russia; “Fiori con gli auguri di vita eterna da parte del Paese e del popolo saranno deposti davanti alle tombe dei soldati che hanno perso la vita” ha aggiunto.
Gli Stati Uniti hanno criticato la partecipazione di Pyongyang alla guerra contro l’Ucraina nella regione di Kursk: assieme ad altri Paesi terzi “hanno permesso la continuazione” della guerra e “ne hanno la responsabilità”, riferisce un portavoce del dipartimento di Stato, secondo quanto riporta Yonap; l’avvenimento, però, non sembra interferire sulla postura della Casa Bianca sulle trattative in corso per la fine dei combattimenti in Ucraina. Il presidente Trump ha dichiarato ai giornalisti che ritiene che Zelensky sia disposto a rinunciare alla Crimea: “Credo che voglia raggiungere un accordo”; ha anche espresso delusione nei confronti di Putin per il fatto che ancora non sia stato raggiunto un accordo. Tuttavia Mosca, dopo l’annuncio della liberazione del Kursk, si è detta pronta a negoziati diretti con la parte ucraina: “Attendiamo un segnale da Kiev” ha detto oggi Peskov nel briefing quotidiano. Il ministro degli Esteri Lavrov ha avuto, nelle scorse ore, una telefonata con l’omologo statunitense, Marco Rubio: le parti hanno affermato l’importanza di “consolidare le premesse emergenti per l’avvio dei negoziati con l’obiettivo di concordare un percorso affidabile verso una pace sostenibile a lungo termine”. Peskov non ha confermato l’annuncio di Trump su un imminente incontro con Putin, ma ritiene che, se necessario, può essere concordato rapidamente.