Sei preoccupato perché vivi nell’unico paese OCSE dove dal 2008 ad oggi i salari hanno perso quasi il 10% del potere d’acquisto? Sei impanicato dall’esplosione dell’inflazione e delle bollette e da 26 mesi consecutivi di declino industriale senza nessuna via di uscita all’orizzonte? Oppure sei incazzato come una biscia perché per 30 anni ti hanno detto che per istruzioni e sanità non c’era un euro e che dovevi salvare il Paese andando in pensione a 96 anni e poi quando si tratta di comprare F35 made in USA che non vuole più nemmeno lo Zimbabwe e di gonfiare la bolla dei titoli di Leonardo e Rheinmetall, ecco che improvvisamente spuntano decine e decine di miliardi da sotto il cuscino? Ecco: magari non te ne rendi nemmeno conto, ma sei solo l’ennesima vittima della propaganda russa che, con strategie raffinate e all’avanguardia (che non si capisce da dove vengano, visto che fanno la guerra con le pale sui muli), con pochi spiccioli riesce a manipolare la mente di decine e decine di milioni di persone in tutto il globo, azzerando gli sforzi multimiliardari di Netflix, di Hollywood e dell’USAID. Ma nonostante le masse sconfinate di persone prive di raziocinio e di spina dorsale, facili prede degli slogan populisti dei sanguinari autocrati che avanzano da Oriente e assediano il giardino ordinato, l’Occidente e la più grande costruzione istituzionale, politica, economica e sociale della storia dell’umanità che è l’Unione europea, sono ancora in grado di esprimere individualità capaci di ergersi al di sopra del volgo e, con spirito messianico, riportare la luce che squarcia le tenebre del senso comune.
Come lui, Carletto librocuore Calenda: C’è un piccolo problema, e rimane sempre lo stesso col movimento 5 stelle, che l’unico modo per averci a che fare è cancellarlo.
Carissimi ottoliner, ben ritrovati! Reduci dallo strepitoso debutto, sabato scorso a Roma, del nostro appello alla mobilitazione per mandarli #tuttiacasa e nel bel mezzo dei preparativi frenetici per riempire prima, con un nostro spezzone, la piazza del 5 aprile sempre a Roma e, poi, sabato 12 aprile i 500 posti a sedere del Nuovo Cinema Nosadella a Bologna, non potevamo non trovare il tempo per parlarvi dell’unica vera radice di tutti i vostri problemi: non solo il Movimento 5 Stelle, ma quella stragrande maggioranza degli italiani che sta dimostrando di avere un cassonetto dell’immondizia al posto del cuore e non si vuol lasciare conquistare dalla lungimiranza, dalla competenza e dalla generosità di Carletto librocuore Calenda: “Chiunque sostenga che esiste la pace senza la forza, o è un ignorante che non conosce la storia, o è un pusillanime che vuole lucrare sul voto delle persone”. Carissime e carissimi ignoranti, carissime e carissimi pusillanimi: questo è il video che fa per voi!
Aprile 2022, La7, Carlo Calenda: “Forse anche per dicembre possiamo mettere Putin all’angolo”; marzo 2023, sempre Carletto librocuore il condottiero: “Il popolo ucraino va sostenuto militarmente fino alla sconfitta della Russia”; marzo 2025, La Nove, Accordi e disaccordi, sempre Calenda: “Orsini non ne ha azzeccata una”. C’è chi lo sfotte sottolineando come l’anagramma preciso di carlo Calenda sia cacarellando: ignoranti e pusillanimi! Non sono in grado di cogliere quell’intuito, quella visione che è esclusiva dei grandi statisti che segnano le epoche e, allo stesso tempo, quell’umiltà, quel voler rimanere sempre e comunque ancorato coi piedi per terra che è propria di chi, nonostante gli innegabili travolgenti successi, non rinuncia a rimanere sempre umano. Alcune persone estremamente giudicanti continuano a sottolineare con superbia come Calenda non abbia mai ottenuto una seganiente se non ottimi finanziamenti da parte degli amici dell’alta borghesia romana per fondare il suo movimento personale, senza però essere mai stato in grado di trasformarli in consenso: e se la storia fosse diversa? Se, invece, quel movimento fosse una trappola escogitata ad hoc per imbrigliare il suo spirito tumultuoso e travolgente (della serie: tie’, Carletto, pijatte sti 2 mila euro, fai du comparsate in tv, però smetti de rompe li cojoni)? Non ci avevate mai pensato, eh, pusillanimi!
Ma quante volte capita che degli amici invidiosi facciano finta di darti una mano quando, invece, vogliono solo tarparti le ali perché non possono accettare di non essere alla tua altezza? Chissà quante volte è capitato anche a voi di ricevere un aiuto dai vostri amici ricchi semplicemente per non rompere i coglioni, eh? Quante volte? A me mai, sennò ora non ero qui a rompervi i coglioni, ma io sono una brutta persona e ora faccio una brevissima pausa con un break pubblicitario.
Cacarellando qua e là, comunque, Carletto, piano piano, forse sta cominciando a realizzare che tutti gli endorsement da parte di tutti i principali media italiani (del tutto ingiustificati, vista la totale inconsistenza elettorale) non sono l’ennesimo regalo fatto al bimbo ricco e viziato di origini nobili completamente scollegato dalla realtà, ma una trappola subdola, e sta cercando di uscire dalla gabbia dorata che gli hanno costruito attorno per contenere il suo estro e il suo brio; per farlo, ha cominciato a frequentare una nuova compagnia: basta con le vecchie élite finto-progressiste della Capitale! Basta establishment liberale! E’ arrivato il momento di avvicinarsi in corsa al nuovo treno che passa veloce: Crosetto, Meloni, Picierno, il fior fiore del patriottismo e dell’indipendenza nazionale, l’Italia del fare, tutti in primissima fila a sganasciarsi insieme dalle risate in un congresso dove al resto del pubblico, per partecipare, hanno garantito l’immancabile set di pentole con fondo in acciaio inox e una mountain bike col cambio shimano. Ma a loro no! A loro non servono regali e prebende: a loro basta difendere la democrazia e non solo a casa loro, come quando è venuto fuori che la Picierno teneva incontri a Bruxelles con uomini dell’Israel Defense and Security Forum, veri difensori della democrazia in Medio Oriente coi soldi dei finanzieri sionisti statunitensi, che usano per fare propaganda in tutto il mondo a favore degli insediamenti illegali dei coloni in Cisgiordania.
D’altronde, difendere la democrazia dalle involuzioni totalitarie non è un pranzo di gala; al limite, un buffet, e quando sei in fila al buffet non c’è tempo per troppe sottigliezze: bisogna essere pronti a tutto, anche a scrivere che “il nazi-fascimo fu sconfitto da uomini di destra”. Come dici? Così è troppo? Eppure è esattamente quello che ha scritto sulla prima pagina del principale quotidiano italiano la pelata più luccicante della propaganda guerrafondaia, un nome, un programma: Aldo Cazzullo, perché il revisionismo storico è un work in progress. Fino a un po’ di tempo fa si accontentavano di attribuire agli USA la liberazione dei campi di sterminio liberati dai sovietici; ora però non basta più, perché quegli USA, comunque, erano gli USA di Roosevelt che per quanto, a un certo punto, avesse espresso sincera ammirazione nei confronti addirittura del Duce stesso, rispetto all’asse Calenda-Picierno-Meloni può essere considerato un militante marxista leninista, per quanto di tendenze riformiste, ma (soprattutto) un presidente piuttosto scettico nei confronti del colonialismo. Insomma: agli occhi di Giorgia, ospite d’onore allo show di Carlo cacarellando Calenda, un altro pezzo di quella sinistra che (per usare parole sue) “sogna un’Unione europea hippie”.
Meglio riscrivere un’altra volta il copione e, a questo giro, attribuire la sconfitta del nazi-fascismo a dei colonialisti vecchio stile: la cazzullata della settimana, infatti, è che a vincere la seconda guerra mondiale non sarebbero stati né l’Unione sovietica né gli USA di Roosevelt, ma nientepopodimeno che “un conservatore inglese come Churchill e un nazionalista come de Gaulle”, l’impero coloniale britannico e l’impero coloniale francese. E’ da quei valori comuni che l’Europa deve ripartire! Altro che Cartesio e Spinoza! Altro che Shakespeare e Manzoni! Caro Vecchioni, cari Serrapiattisti, caro Benigni: l’Europa che tanto decantate come apice massimo della civilizzazione umana, per chi muove le fila, è quella dei Cortes e dei Pizarro e chi la vede diversamente, stando alle parole di Carlo cacarellando Calenda, va cancellato. Se avevate ancora dubbi sulla piazza del 5 aprile perché, legittimamente, avete più di qualche perplessità su chi l’ha convocata, ecco, direi che ora dovrebbe essere più chiaro in realtà contro chi sarà quella piazza, e cosa; l’attacco frontale che è arrivato dal Life Hotel è l’ennesima crisi isterica dei sostenitori della dittatura liberale, un tono talmente eversivo che a fare da pompiera c’ha dovuto pensare addirittura la stessa Meloni: “Dicevano che con questa ospitata volevo concedermi una scorribanda tra i moderati” ha dichiarato, “ma dopo l’intervento di Calenda devo dire che in realtà a portare la moderazione qui sono io”
D’altronde vanno capiti; sono nel panico: basta contare le lacrime che ha versato il capo supremo dei fascio-liberali italiani l’altro giorno sul Corriere della serva. Commentando i sondaggi disastrosi sull’avversione totale degli italiani all’avventurismo bellicista sul fronte orientale, Angelo Panebianco non riesce a capacitarsi di come, nonostante la possente macchina propagandistica, “una maggioranza che taglia trasversalmente gli schieramenti politici, non sembra affatto credere che esistano seri rischi per la sicurezza dell’Europa e del nostro Paese”; eh, chissà come mai, eh Angelino? Pensa che una maggioranza trasversale agli schieramenti politici non crede nemmeno che “Con l’euro abbiamo lavorato un giorno in meno e guadagnato come se avessimo lavorato un giorno in più” e continua ancora oggi a non credere a Carletto cacarellando Calenda quando dice che aveva ragione lui quando, nel febbraio del 2022, diceva che Putin non arrivava all’estate e che Orsini non ne ha mai azzeccata una. Che ce voi fa’, Angelino bello, son fatti così, son malfidati! D’altronde, come sottolinea piagnucolando sempre Panebianco, la tradizione liberale in Italia è sempre stata minoritaria. Ma come! Sono 40 anni che dichiararsi apertamente e convintamente liberale è la precondizione per avere uno spazio – per quanto minimo – nel dibattito pubblico e ora scopriamo che, in realtà, sono minoranza? Com’è possibile?
Panebianco lo spiega meglio di un ottoliner: il punto è che l’Italia non è un Paese sovrano e l’ideologia della classe dirigente, a prescindere dal colore politico, è dettata da oltreoceano e, quindi, “fino a quando era protetta e sorretta dai rapporti euro-atlantici e da un ordine internazionale fondato sull’egemonia statunitense” scrive Panebianco, volente o nolente non poteva fare altro che limitarsi a fare da megafono alle veline di Washington. Per i Calenda e i Panebianco questa era la situazione ideale: di per se non sarebbero mai stati in grado di avere il consenso necessario per diventare voci importanti nel Paese, ma il consenso popolare, non essendo una democrazia sovrana, non serve; basta essere allineati con chi detiene davvero il potere. Ora però, sottolinea impanicato Panebianco, le cose stanno cambiando: “Quell’ordine va in frantumi” scrive “ e noi rischiamo di deragliare”. Tradotto: l’impero ha perso la guerra, l’egemonia USA è in crisi, Bruxelles ancora di più e qui si corre il rischio concreto che qualcuno ne approfitti per raccogliere il consenso popolare e mandarci #tuttiacasa; e per mandarli nel panico non serve necessariamente che a raccogliere il consenso popolare sia un capo rivoluzionario marxista leninista. Basta anche un daddy Conte qualsiasi.
E’ l’idea stessa che si possa provare a fare politica intercettando il consenso dei cittadini, invece che inseguire esclusivamente il benestare di Washington e di Bruxelles, che li manda in tilt, che è esattamente il motivo per cui il 5 aprile in piazza ci saremo anche noi, eccome! Con un nostro spezzone autonomo, all’interno di un nostro percorso autonomo, ma ci saremo eccome! E crediamo che ci dovresti essere anche tu; ti aspettiamo sabato 5 aprile alle 12 in piazza Vittorio all’incrocio con via Machiavelli (lato parco) per marciare insieme dietro un unico striscione, senza fronzoli e senza simboli di partito, con in testa un solo slogan e un solo obiettivo: mandarli #tuttiacasa!
Lo so: per entrare nelle grazie della Vera Sinistra è un po’ troppo poco, siamo un po’ troppo dozzinali; così rischiamo di essere un po’ delle piccole Wagenknecht italiane, avete presente? La formazione della cosiddetta sinistra conservatrice, da un po’ di tempo a questa parte, è diventata il nemico numero 1 della Vera Sinistra: non solo non è tanto convinta che il modo migliore per gestire le migrazioni sia che ognuno va dove gli pare quando gli pare e che i confini nazionali siano roba da trogloditi, ma poi ha addirittura accettato di fare alleanze di governo a livello regionale con i vecchi partiti del sistema, non solo l’SPD, ma addirittura la CDU. Fortunatamente, però, gli elettori vicini ai valori della Vera Sinistra hanno annusato la truffa e alle elezioni dello scorso febbraio l’hanno punita, centrando l’importante obiettivo di tenerla fuori dal Parlamento per poco più di 10 mila voti.
I suoi voti sono andati a una forza che rappresenta davvero i valori della Vera Sinistra: l’AVS tedesca, la Die Linke, che ha mantenuto le promesse. Quando, la settimana scorsa, il parlamento federale tedesco si è ritrovato a votare il mega-pacchetto per il riarmo tedesco, i laender dove (grazie alla Die Linke) si sono formati governi che piacciono alla Vera Sinistra e che erano determinanti per l’esito del voto, hanno garantito tutto il loro supporto; gli unici ad opporsi sono stati i laender dove nella maggioranza di governo c’è l’alleanza Sahra Wagenknecht, che aveva posto proprio la questione della pace e del riarmo al centro dell’accordo di coalizione. D’altronde, ci sta: più guerra uguale più rifugiati, uguale più movimento per le ONG della Vera Sinistra; d’altronde, non è con le chiacchiere che si paga una Tesla da 50 mila euri, e ora che la Tesla, da simbolo del progresso, è diventata pure fascia, chissà quanto costerà trovare un sostituto adeguato che piaccia ancora alla gente che piace.
Noi, per ora, continuiamo a girare l’Italia con un’Audi usata del 2002, ma qualche soldino ci farebbe comodo pure a noi. E non per comprare una tesla, ma per costruire quel media del 99% di cui abbiamo terribilmente bisogno se vogliamo davvero mandarli #tuttiacasa. Aderisci alla campagna di sottoscrizione di Ottolina Tv su GoFundMe e su PayPal.
E chi non aderisce è Carlo cacarellando Calenda
Gli autobus si moltiplicano 😁 grazie carle’ 😂😂😂😂😂