Cementificazione e neoliberismo affondano l’Emilia Romagna
“Il motivo per cui la pioggia sta avendo conseguenze dannose e a volte letali è presto detto: cade su un suolo asfaltato, cementificato, impermeabilizzato, che non può assorbirne una sola goccia, dunque quest’acqua non solo non rigenera la vita, non solo non ricarica le falde, ma si accumula in superficie e corre via, a grande velocità, travolgendo quel che trova” (Wu Ming). Ancora una volta l’Emilia Rossa si ritrova travolta dall’ennesimo “evento climatico catastrofico”, ma la vera catastrofe è la gestione del territorio dei faccendieri a libro paga della speculazione e della cementificazione, con l’immancabile supporto di Bruxelles. Ne parliamo alle 18.30 con una bella schiera di ospiti: Gabriele Bollini, docente di pianificazione sostenibile a Modena, tra gli autori di una proposta di legge di iniziativa popolare su consumo di suolo e alluvioni; Riccardo Gandini, candidato al consiglio regionale con la lista Emilia Romagna per la Pace, l’Ambiente e il Lavoro e funzionario pubblico; Leonardo Noschese, ingegnere nell’ambito dell’energia e delle interazioni ambientali; Cristina Quintavalla, docente di storia e filosofia e autrice per La Fionda; Giacomo Zattini, attivista Friday for Future.
Non dimentichiamoci però che tutti i conflitti tra il lavoro umano e la biosfera si sono acuiti dalla Rivoluzione Industriale in poi, causa l’imposizione radicale del modello di sviluppo capitalista prima e neoliberista poi. Nei secoli precedenti non c’era il problema dell’industria pesante e della sua pesante richiesta di spazi, energia e risorse; faccio l’esempio del modello proto-industriale del Trecento che, a Bologna, riusciva a far funzionare manifatture tessili e agro-industriali con la sola forza motrice dell’acqua, realizzando un reticolo idraulico che riusciva a fornire acqua come energia motrice e come valido veicolo di trasporto, prelevando e restituendo acqua al fiume, senza peraltro lasciare la benché minima impronta ecologica. Non dovremmo forse recuperare quel tipo di intelligenza pre-, o meglio proto-industriale, capace di ricavare ciò che serve alla Società impiegando solo le risorse realmente necessarie? Ma come fare questo , se non combattendo il neo-liberismo che lascia le risorse in balia della più indiscriminata brama di produzione e consumo?!
Il leone da microfono sta dimenticando di dire che, essendo cambiato il clima, bisogna, anche, anche, raddoppiare la pulizia dei tombini.