La crisi in Medio Oriente è la prova provata di quanto il declino del dollaro come valuta di riserva globale sia ormai irreversibile. Negli ultimi 50 anni, come già ricostruito con dovizia di particolari da Qiao Liang nel suo L’arco dell’impero, gli USA hanno utilizzato le crisi geopolitiche per governare a loro piacere i flussi dei capitali: ogniqualvolta gli USA avevano bisogno di far rientrare in massa capitali, era sufficiente ricorrere alla forza dell’esercito più grande e dispendioso della storia dell’umanità per scatenare una qualche crisi che imponeva ai capitali di tornare verso il porto sicuro dei mercati azionari e obbligazionari a stelle e strisce. Negli ultimi giorni, con l’aggressione dell’avamposto dell’imperialismo USA in Medio Oriente contro l’Iran, abbiamo assistito a una delle più gravi e pericolose crisi geopolitiche degli ultimi decenni, ma del rientro in massa dei capitali negli USA non c’è stata traccia, anzi: Washington continua a fare una fatica bestia a piazzare i titoli del suo sterminato debito ed è costretta a riconoscere rendimenti che impediscono alla radice di Make America Great Again.
Ma non si tratta di un fulmine a ciel sereno: nell’ultimo mese, Trump è stato costretto a fare una brusca marcia indietro rispetto ai suoi obiettivi massimalisti di guerra commerciale per cercare di rilanciare la reputazione del dollaro e del debito USA, ma senza risultati. Il sempre puntualissimo Vadim Bottoni ha ricostruito questa che è la dinamica fondamentale del sistema capitalistico attuale in 20 semplici slide.