I dazi annunciati durante il Liberation Day sono illegali: lo ha stabilito mercoledì la Corte per il Commercio Internazionale senza giri di parole; “Invalidi in quanto contrari alla legge”, hanno scritto, e “La loro applicazione sarà definitivamente sospesa”. La Corte ha avuto gioco facile per introdurre le tariffe senza passare dal Congresso: Zio Donnie era ricorso a una legge federale del 1977; si chiama IEEPA, International Emergency Economic Powers Act, e conferisce al presidente poteri straordinari, permettendogli di regolare o bloccare transazioni economiche internazionali. Per farlo, però, ci devono essere minacce “inusuali e straordinarie” alla sicurezza nazionale, alla politica estera o all’economia del Paese; secondo Trump, queste minacce “inusuali e straordinarie” consistevano nei deficit della bilancia commerciale con i Paesi coinvolti. Peccato che siano lì da ormai oltre 50 anni…
Secondo il Financial Times, la sentenza rappresenta “una svolta radicale nelle guerre commerciali scatenate da Trump” e “darà coraggio agli oppositori dei dazi nelle aziende americane, nei capitali stranieri e nel Congresso degli Stati Uniti”; di sicuro c’è che l’amministrazione Trump, a meno di 130 giorni dall’insediamento ufficiale, sembra essere l’amministrazione con più nemici della storia degli USA: dagli alleati storici alla grande finanza e, ora, anche le stesse istituzioni statunitensi. Donnie si trova di nuovo di fronte al dilemma della prima amministrazione: rinunciare alla sua agenda per piegarsi completamente all’establishment o saltare per aria, un giochino che la nostra Meloni sembra aver imparato molto meglio. Di fronte alla plenaria di Confindustria, la Georgie nazionale ha dismesso definitivamente ogni residuo di destra sociale e antisistema per terminare la trasformazione in governo dei ricchi e dei ceti parassitari Ne abbiamo parlato con il nostro sempre puntualissimo ed efficacissimo Alessandro Volpi.