Oggi, 9 maggio 2025, si celebrano gli 80 anni di quello che in Russia viene festeggiato come Giorno della Vittoria, e la politica europea si fa incandescente: l’alto rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Kallas, ha avvertito i leader europei dei rischi connessi ad una presenza a Mosca per questa celebrazione. Kallas non si è tenuta, dichiarando ai giornalisti che “Ciò che è stato discusso molto chiaramente è che qualsiasi partecipazione alle parate o alle celebrazioni del 9 maggio a Mosca non sarà presa alla leggera da parte europea”, una minaccia neanche troppo velata di punire paesi membri Ue, come Slovacchia e Ungheria, e bloccare processi di adesione già avviati, come per la Serbia, tutte nazioni colpevoli di voler assistere alla parata del 9 maggio a Mosca. Parata finita, peraltro, nel mirino dell’Ucraina, con l’evocazione di Zelensky di possibili attacchi terroristici, uniti al tentativo di creare una contro-manifestazione nella stessa data accusando la Russia di manipolazione storica con l’obiettivo evidente di avviare una prova di forza diplomatica col Cremlino.
Il 9 maggio in Russia è una festa patriottica per tutti gli abitanti del Paese, dato che la seconda guerra mondiale, ribattezzata dall’URSS Grande Guerra Patriottica, fu di fatto una resistenza popolare contro una guerra di annessione e sterminio, evento con un altissimo valore politico e culturale. Ma cosa significa davvero celebrare il 9 maggio 1945? Perché questa data è tanto importante per la Federazione Russa e la propaganda di Putin quanto indigesta per un’Unione europea in piena amnesia storica?