Hai presente il film che ti ha colpito in faccia come quando la donna che ami ti lascia di punto in bianco per un altro, senza preavviso? Quello che ti rimane nelle viscere per decenni? Quello che basta pensarci che ti metti a urlare con le lacrime a fiotti? Hai presente il film che avresti voluto fare tu? E poi morire perché cos’altro potresti desiderare? Hai presente quel film che giureresti che parla proprio a te, solo a te e a nessun altro? Che come cazzo fa il regista a sapere tutte quelle cose intime, profonde e inconfessabili di te? Che quando senti due note della colonna sonora è come se ti fosse morto tuo padre? Che vorresti sposare la protagonista femminile, vorresti essere il protagonista maschile e vorresti invecchiare proprio come loro due, ma anche no perché (alla fine) sono due sfigati. Ne sono certo, ce l’hai anche tu un film così. Hai presente un film che, è allo stesso tempo, una commedia, un dramma, un film di fantascienza e un noir? Un film che ha richiesto 10 anni per essere fatto e 8 – dicasi 8 – scritture della sceneggiatura? Un film che, pur essendo l’esordio di un trentenne, ha vinto tutti i premi possibili, ha incassato un botto ed è diventato subito un cult? Hai presente quel film che riesce a condensare in 90 minuti l’intera vita di un uomo, da prima della sua nascita a dopo la sua morte? Dico davvero: il protagonista lo vediamo prima che nasca e lo sentiamo ridere dopo che è morto.
Quel film è Toto le heros – Un eroe di fine millennio (1991), del regista belga Jaco Van Dormael che, prima di esordire con questo lungometraggio, ha fatto il clown da circo in giro per l’Europa e si è occupato di ragazzi down – probabilmente le uniche due cose per cui vale la pena vivere – e che in 45 anni ha fatto solo 4 film, tutti capaci di far impazzire il box office. Toto le heros è un film che ha molto in comune con Pulp Fiction (di Quentin Tarantino), Rapina a mano armata (di Stanley Kubrick), Amarcord (di Federico Fellini) e Rashomon (di Akira Kurosawa) e, allo stesso tempo, con questi quattro capolavori non c’entra una beneamata (anche se Jaco ha dichiarato che la struttura ad analessi e prolessi di Toto le heros è identica a quella di Amarcord).
Sono storie, storie che esistono nelle storie, mentre la vita scorre, tanto per citare me stesso,
nel corso del tempo, senza bisogno di creare altre storie”
Friedrich Munro (Patrick Bauchau) quando W.W, faceva ancora il fiilmeicher…
1 – cazzata spocchiosa ostentiva n°1: la battuta “chi sono io” mi ha ricordato quello splendido momento del film ANGEL HEART in cui Harry Angel urla disperato “Io so chi sono!”
2 – cazzata spocchiosa ostentiva n°2: la prima citazione del regista mi ha suggerito Benigni (quando era Benigni): “Le cose che amo di più nella vita sono due: la seconda è viaggiare.”
3 – cazzata spocchiosa ostentiva n°3: hai citato in una botta sola AMARCORD (coito plurimo) e OTTO E 1/2 (coito ergo sum), niè, se vengo a Roma ti offro un caffè.
Volentieri!
Dove si può vedere quel film…?
Dopo aver messo tutta questa curiosità…
https://ok.ru/video/3529414871714