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La Meloni è fascista? Analogie e differenze con il Ventennio

Il fascismo che verrà (o che forse è già qui) non si ripresenterà con le camicie nere e l’olio di ricino: all’interno dell’Impero oligarchico americano, infatti, non c’è alcun bisogno di abolire le elezioni, creare le corporazioni e menare chiunque osi criticare il regime. Neoliberismo, finanziarizzazione e sistematica manipolazione mediatica hanno già ridotto i lavoratori occidentali ad uno stato di subalternità e sfruttamento tale a cui neanche Mussolini era probabilmente mai arrivato. Ciò che rischiamo, però, in questa fase di guerra e de-globalizzazione è una nuova alleanza tra forze xenofobe e identitarie occidentali e le grandi oligarchie finanziarie, unite nel portare avanti una narrazione di guerra e distruzione di tutto ciò che non è occidentale (il famoso patriottismo occidentale di cui parla spesso la Meloni a Washington) e, soprattutto, nell’opera di smantellamento della democrazia e del welfare. Insomma: la Meloni non è che la rappresentante politica – la maschera – degli oligarcotti italici che, pur di partecipare alla torta dei profitti dei padroni americani, sono pronti a svendere senza pensarci qualunque forma di sovranità nazionale e di spazio democratico; tutti insieme appassionatamente, grande capitale e destre reazionarie, contro i diritti dei lavatori e la democrazia. Vi ricorda qualcosa?
Da questo punto di vista, le analogie con il ventennio possono essere molto calzanti. Nel abbiamo parlato con il professor Davide Conti,  storico e consulente per le procure di Brescia e Bologna per le stragi del 1974 e del1980.

OttolinaTV

7 Novembre 2024

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