La procuratrice generale degli Stati Uniti Pam Bondi, fedelissima di Donald Trump e dell’America first, ha ordinato ai pubblici ministeri di chiedere la pena di morte per Luigi Mangione, il 26enne italo-americano che lo scorso dicembre ha ucciso il CEO di United Healthcare, la maggiore compagnia di assicurazioni sanitarie degli Stati Uniti. La disposizione del dipartimento di Giustizia alla Procura federale è volta a “portare avanti l’agenda del presidente Trump che punta a fermare i crimini violenti e a rendere l’America di nuovo sicura” ha dichiarato Bondi. All’inizio del suo incarico, Trump aveva revocato la moratoria federale ordinata dall’amministrazione Biden nel 2021 e ripristinato la pena di morte per i crimini più gravi.
Il 9 dicembre scorso Mangione è stato arrestato in un McDonald’s ad Altoona, in Pennsylvania, per l’omicidio del 50enne Brian Thompson, avvenuto in pieno giorno a Manhattan il 4 dicembre; al momento dell’arresto gli sono stati trovati addosso una pistola con silenziatore e un documento scritto a mano contenente critiche contro le assicurazioni sanitarie, considerato poi il suo manifesto. Nel manoscritto, Mangione definisce le mutue sanitarie come “parassiti” che “se l’erano semplicemente cercata”, evidenzia che, nonostante gli Stati Uniti abbiano il sistema sanitario più costoso al mondo, gli USA sono solo al 42º posto per aspettativa di vita e attribuiva questa discrepanza all’eccessivo potere e all’avidità delle compagnie assicurative, accusandole di sfruttare la salute delle persone per ottenere profitti immensi. Nel documento, Mangione affermava di aver agito da solo e si scusava per eventuali traumi causati dalle sue azioni, sostenendo però che fossero necessarie.
Per queste motivazioni di ordine politico, il gran giurì di Manhattan lo ha incriminato a fine dicembre per omicidio di primo grado con l’aggravante di terrorismo, sostenendo che il delitto avesse lo scopo di provocare terrore; inoltre ha subito incriminazioni federali, per le quali potrebbe effettivamente essere condannato a morte per violazione della legge federale nonostante il crimine sia stato compiuto in uno Stato in cui la pena di morte non è prevista. Le autorità statunitensi temono che il gesto di Mangione possa essere emulato: da qui l’ordine della procuratrice generale di chiedere la pena capitale.
L’avvocato di Mangione, Karen Friedman Agnifilo, accusa il governo federale di muoversi per commettere un omicidio premeditato e sponsorizzato dallo Stato con il pretesto di proteggere la società dall’omicidio, per difendere “l’industria sanitaria corrotta, immorale e omicida che continua a terrorizzare il popolo americano”, afferma il legale; United Healthcare, infatti, è stata più volte accusata di speculare sulla salute dei cittadini statunitensi e, per questo, è stata portata a processo anche tramite class action. Con 46 milioni di clienti ed un profitto di 22 miliardi di dollari, moltissimi clienti denunciavano difficoltà per ottenere cure salvavita; nonostante la riduzione delle coperture sanitarie, United Healthcare ha aumentato i premi assicurativi. Inoltre è stata accusata di negare cure oncologiche e di utilizzare un algoritmo basato su dati statistici (e non sulle reali condizioni dei pazienti) per concedere o rifiutare cure ad anziani o disabili. Mangione aveva definito il ritratto dell’avidità assicurativa, accusando la compagnia di uccidere indirettamente i pazienti.
Per queste ragioni, il suo atto ha sprigionato la frustrazione di migliaia di statunitensi, costretti a curarsi privatamente nonostante gli esosi premi pagati alle assicurazioni e suscitato la solidarietà ed il consenso di un’ampia fetta di società americana che inizia ad alzare la testa contro le ingiustizie sociali.
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