L’Italia dalla divisione alla differenziazione, con Vittorio Daniele
Prima dell’unità, il Meridione d’Italia non era una questione. La Questione meridionale è un prodotto dell’unificazione in un unico corpo di nazione. Tra la fine dell’Ottocento e il secondo dopoguerra, il divario economico tra Nord e Sud si è allargato e l’Italia è diventata un Paese diviso. Perché il Sud non è sviluppato come il Nord? Quali sono le fasi cruciali del processo di sottosviluppo meridionale? Come si passa dallo sviluppo ineguale all’Autonomia differenziata? Vittorio Daniele risponde.
OttolinaTV
6 Ottobre 2024
C’era una produttività legata ai bisogni di governo per lo più, e così anche per gli aspetti socio culturali innestati per avere prestigio e ad uso dell’aristocrazia e della burocrazia clericale, e tali sistemi che permettevano una avanzata emancipazione erano presenti solo nelle grandi citta, Napoli ,Palermo ,Bari e qualche altra .
Nelle periferiferie regnava so vrana la dittatura baronale,con assenza di assistenza scolastica e altri servizi.
Sicuramente non era una forma di stato che avrebbe previsto una socializzazione socio economica nel tempo e che avrebbe permesso una evoluzione verso stati governati da burocrazie impostate sulla democrazia,la giustizia, e l’eguaglianza sociale.
Prima dell’Unita’, l’Italia era un Paese povero e arretrato, più del più povero e arretrato paese africano odierno. Il sud e altre aree del Paese, come il Veneto, lo erano ancora di più. Le differenze erano minime, perché si partiva quasi da zero. La speranza di vita alla nascita era di poco sopra i 30 anni, oggi siamo tra i paesi più longevi, e la mortalità infantile era del 25%, oggi quasi inesistente.
La dinastia borbonica al sud promuoveva solo interventi utili alla dinastia, per giunta solo nell’area napoletana. Il popolo era lasciato nella totale indigenza.
Per comprendere, l’evoluzione economica e sociale del nostro Paese, compreso il Meridione, bisogna affidarsi ai dati e non ai discorsi. A tale proposito consiglio la lettura di un testo fondamentale “In ricchezza e in povertà” di Vecchi e altri economisti e statistici.
Naturalmente il divario tra aree del Paese esiste ancora, ma andrebbe risolto ritornando a uno Stato che interviene nell’economia. L’unico momento della Storia unitaria in cui i divari si sono ridotti è stato il “trentennio glorioso” post guerra, in presenza della ingiustamente vituperata Cassa per il Mezzogiorno.