¡Desaparecinema! ep. 12 – Il mockumentary vs. il cinema delle élites
Il 20 luglio di 55 anni fa, nel 1969, gli Stati Uniti sbarcarono sulla Luna. Nel 1995, in un newsgroup apparve una notizia bomba: verso la fine degli anni ’60 Stanley Kubrick fu costretto a partecipare alla realizzazione delle false riprese dell’allunaggio, organizzato dalla NASA, sulla base di un ricatto: se non si fosse prestato sarebbe stato rivelato il forte coinvolgimento del fratello minore di Kubrick, Raul, nel Partito Comunista Americano; una cosa intollerabile per Kubrick, soprattutto dopo l’uscita del Dottor Stranamore nel 1964 – tacciato di anti-americanismo – e di Spartacus, del 1960, scritto da uno sceneggiatore comunista. Sette anni dopo, nel 2002, sull’autorevole televisione franco-tedesca ARTE fu trasmesso un documentario che raccontava come le riprese televisive dell’allunaggio dell’Apollo 11 fossero state falsificate e registrate in studio dalla CIA con l’aiuto del regista Stanley Kubrick, utilizzando il set di 2001: Odissea nello spazio (uscito l’anno prima dell’allunaggio, nel 1968). Il presidente Nixon, per sicurezza, volle che Kubrick producesse in anticipo delle immagini in studio nel caso, per motivi tecnici, non fosse stato possibile inviarle dalla Luna in diretta. L’autore del documentario, Operation lune, è William Karèl, un regista francese molto conosciuto tra gli addetti ai lavori, autore di rigorosi documentari storici e politici su De Gaulle, JF Kennedy, Primo Levi, Mitterand e sulle guerre segrete della CIA. Lo scoop del suo film è corroborato anche da interviste alla moglie di Kubrick, Christiane Harlan, a Buzz Aldrin (il secondo uomo a camminare sulla Luna, caduto in depressione dopo il ritorno e sposatosi l’anno scorso a 93 anni), a Dave Bowmann (astronauta statunitense), al produttore hollywoodiano Jack Torrance e ad autorevoli esperti della NASA. Nel 2016 affrontò lo stesso argomento un altro straordinario documentario, Operazione Àvalanche di Matt Johnson, presentato in anteprima al Sundance Film Festival, il più importante festival di cinema indipendente americano, in cui è coinvolto Robert Redford: due agenti della CIA si infiltrano nella NASA per smascherare una potenziale talpa, ma rimangono invischiati in una cospirazione per falsificare l’allunaggio della missione Apollo 11, basata anche sulla nuova tecnologia di proiezione frontale usata da Kubrick in 2001: Odissea nello spazio: vedete gli occhi illuminati del leopardo? Sono dovuti alla proiezione frontale dello sfondo alle sue spalle che è, appunto, finto. Infine, nel 2019, un brevissimo cortometraggio francese realizzato solo con immagini di repertorio, Moon Shining, mostra Kubrick al lavoro con la NASA intento a preparare i modellini per il falso allunaggio. La didascalia che accompagna il video recita: “Dietro le quinte dello sbarco sulla Luna dell’Apollo 11 diretto da Stanley Kubrick. Documento classificato Top Secret da 50 anni… fino ad ora.” Ma il documento definitivo a sostegno di questa ipotesi è un video apparso nel dicembre del 2015 che mostra finalmente Kubrick in persona intervistato nel maggio del 1999, Shooting Stanley Kubrick; il regista del Bronx confessa a Patrick Murray: “Ho commesso una grande frode ed è il momento di rivelare tutti i dettagli…”. Come ho già anticipato un paio di puntate fa, io e due colleghi film-maker abbiamo realizzato per la RAI una docu-serie venduta in tutto il mondo e un libro su Stanley Kubrick, Stanley and Us. Quando ci siamo imbattuti in questi film che documentano il presunto coinvolgimento di Kubrick nell’allunaggio siamo rimasti a bocca aperta, perché le circa 50 persone che abbiamo intervistato tra collaboratori, attori, amici e parenti di Kubrick non hanno mai fatto cenno a questa incredibile ipotesi.
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