Contro ogni pronostico e ogni affidabilissimo e indipendentissimo sondaggio, ieri l’internazionale liberaloide e russofobica ha preso un’altra scoppola storica in Polonia, dove a sorpresa si è affermato di misura il candidato preferito dalla Casa Bianca e dall’internazionale trumpiana: Karol Nawrocki è il nuovo presidente polacco; il candidato euroscettico e conservatore ha vinto stanotte il ballottaggio delle elezioni presidenziali imponendosi di misura sull’europeista Rafał Trzaskowski, compagno di partito del primo ministro Donald Tusk. Adesso il caos: Nawrocki si è presentato come l’incarnazione dei valori tradizionali e patriottici in stile Trump (il quale lo aveva pubblicamente endorsato); contrario all’aborto e ai diritti LGBTQ+, fautore di norme più stringenti sull’immigrazione e di una maggiore sovranità nazionale all’interno dell’Unione europea. E non solo: pur sostenendo l’invio di armi a Kiev, si è espresso esplicitamente contro la possibilità che l’Ucraina entrasse nella NATO e, nelle ultime settimane, ha alzato i toni per accaparrarsi quel 15% di voti che al primo turno era riuscito a raccogliere l’anarcocapitalista ultrareazionario Slawomir Mentzen. L’esecutivo di Donald Tusk è pertanto appeso a un filo: il neo presidente Nawrocki potrà ora bocciare le tutte le leggi promosse dal governo e Tusk teme che possa addirittura indire elezioni anticipate. Insomma: una bella botta per i volenterosi e per Kiev, che rischiano di veder cadere un prezioso alleato in questa fase di negoziati. Parleremo di questo e tanto altro con Daniele Stasi, professore di Storia delle dottrine politiche presso l’Università di Foggia e di Filosofia della politica presso l’Università di Rzeszów, in Polonia.non