LA BOLLA – dai deliri di Macron allo Spy Gate tedesco: ESCALATION TOTALE – ft Francesco dall’Aglio | Live domenica 3 marzo 2024 ore 21.00
Stasera a La Bolla abbiamo deciso che era il caso di una maratona in solitaria del Bulgaro perché ci sono veramente troppe robe tra le quali provare ad orientarci, e il Bulgaro in 2 anni di conflitto s’è sempre confermato una guida più che autorevole: quando non ci sono elementi per capire esattamente come si evolveranno le cose, non spara nel mucchio confidando nel fatto che tanto poi la gente se lo dimentica. E quando afferma qualcosa è perché ci sono abbastanza elementi per sapere, con un certo grado di sicurezza, come evolverà la situazione: e qui di robe da capire come si evolveranno ce ne sono parecchiette.
Sul campo, l’avanzata russa – dopo la debacle di Adviivka procede – e nel campo ucraino aumentano le polemiche sull’assenza di una seconda linea difensiva ad ovest di Adviivka, con molti che sospettano che qualcuno, invece che costruire trincee e linee difensive in cemento armato, i quattrini se li sia messi in tasca. In Europa incalza la retorica sul riarmo, che sfocia nella risoluzione del parlamento europeo per comprare tanti missili quanti vaccini anticovid – rigorosamente Pfizer – abbiamo comprato in passato pagandoli uno stonfo spropositato di quattrini e che sono marciti nei magazzini. La Giorgiona nazionale va a prendere ordini direttamente a Washington e, in cambio della potenziale distruzione definitiva del paese, incassa un bacino sulla nuca e il rientro di Chico Forti (che, sia chiaro, è una buona notizia, ma come scambio non ci sembra esattamente equilibrato, ecco). Nel frattempo la Transnisistria chiede un intervento a Mosca che ricorda molto da vicino le richieste avanzate per 8 lunghi anni dalle repubbliche indipendenti di Donetsk e Luhansk; anche a questo giro, per ora, Putin le ha ignorate. Si va avanti, quindi, col pilota automatico, ma l’ultima volta non è finita benissimo, diciamo.
Cosa invece Putin non ha ignorato sono le minacce di Macron di un intervento diretto di contingenti NATO, unica cosa che realmente potrebbe cambiare un po’ la situazione sul campo in Ucraina che sembra precipitare rapidamente, e manco è detto che basti, anzi, anche perché in ballo c’è sempre la questione nucleare: Putin vi ha fatto riferimento diretto nel suo lungo discorso alla Duma durante il quale ha scientificamente omesso, appunto, di parlare di Transnistria. E poi c’ha fatto riferimento pure un megascooppone del Financial Times – o almeno quella cosa che ci hanno spacciato per tale: sarebbe un leak di documenti segreti russi che descrivono la dottrina per il ricorso al nucleare, solo che la descrivono nel caso di invasione cinese per la Manciuria; ed ecco così che il carrozzone analfoliberale s’è dato alle fantasie più sfrenate, fantasticando di attriti russo – cinesi e di imperialismo espansionista cinese. Proprio non ce la fanno a capire che nel mondo esistono anche capi di Stato razionali, e non sono tutti ebeti come quelli che garantiscono il loro stipendio. Le parole di Macron, comunque, hanno scatenato più scontri dentro all’Europa che con Mosca: Berlino si è rifiutata di mandare i missili a lungo raggio Taurus perché richiederebbe l’intervento diretto di uomini tedeschi nel conflitto, cosa che la Germania afferma di voler evitare a ogni costo. “Mica siamo come i francesi e gli inglesi” ha detto Scholz, confermando così per la prima volta ufficialmente il segreto di Pulcinella che gli uomini della NATO stanno da sempre combattendo direttamente contro Mosca.
Cosa che, d’altronde, conferma con dovizia di particolari l’altro megascooppone della settimana: l’inchiesta del NYT che conferma come a fare il bello e cattivo tempo in Ucraina da 10 anni sia un contingente piuttosto nutrito di uomini dell’intelligence USA. Insomma: di fronte al catastrofico, per quanto prevedibilissimo e sostanzialmente scontato tracollo della strategia che i vassalli europei si erano convinti gli USA stessero adottando e portando avanti, il vecchio continente s’è rimesso in moto e, in preda al panico, ognuno in ordine sparso sta cercando una exit strategy dalla debacle che non fa che aumentare l’entropia e avvicinare e ampliare il tracollo. Speriamo almeno il Bulgaro riesca, come sempre, a fornirci un po’ una bussola per orientarsi in questo delirio. Scopritelo insieme a noi stasera a partire dalle 21 in diretta con la nuova imperdibile puntata de La Bolla.
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