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Meloni a Pechino cerca di approfittare del caos negli USA e in Europa per rimediare i danni fatti

Come una D’Alema qualsiasi, appena salita al potere Giorgiona la Svendipatria, per accreditarsi al padrone di Washington, ha mantenuto la promessa fatta quando aveva chiesto il via libera al suo governo di non rinnovare il memorandum per l’adesione dell’Italia alla Belt and Road Initiative. Dietro le quinte, comunque, alcuni funzionari che non sono completamente rimbambiti come i rappresentanti politici del partito unico della guerra e degli affari, hanno cercato di mantenere i rapporti con la più grande potenza economica del pianeta. Quel lavoro dietro le quinte sta alla base della lunga trasferta della Meloni a Pechino, durante la quale la Giorgiona ha provato a cospargersi un po’ di cenere sul capo per provare a rimediare il rimediabile. D’altronde, l’occasione è d’oro: la debolezza dell’asse franco-tedesco e l’impasse statunitense alla vigilia del voto delle presidenziali di novembre, potenzialmente permetterebbero all’Italia di ritagliarsi margini di manovra prima insperati. Saranno in grado i nostri analfosovranisti di approfittarne? Oppure si comporteranno come degli analfoliberali qualunque? Ne abbiamo parlato con Michelangelo Cocco, cofondatore del Centro Studi sulla Cina Contemporanea e corrispondente da Shanghai per Il Domani.

OttolinaTV

31 Luglio 2024

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